S'avreschida de su sambene, Sas istellas de su coro: Giuseppe Mulas

La galleria Mimmo Scognamiglio è lieta di presentare S'avreschida de su sambene, sas istellas de su coro (L'aurora del sangue, le stelle del cuore) la prima mostra personale a Milano di Giuseppe Mulas (Alghero, 1995). La mostra presenta un nuovo ciclo di lavori, tra cui una grande composizione pittorica su squame di pneumatici montate su un pannello di acciaio dalla forma concava. Intitolata Manzànu (Mattina), l'opera è esposta leggermente distaccata dalla parete.  Nel suo insieme il progetto espositivo tende a far percepire le singole opere e lo spazio della galleria come un'unità indivisibile. 

Il lavoro di Mulas ha tratti autobiografici e trae spunto dalla vita quotidiana. In particolare, le opere presenti in questa mostra nascono dalla recente esperienza che all'inizio di quest'anno lo ha portato a viaggiare per quattro mesi nelle regioni amazoniche e a condividere per un mese abitudini ed esperienze con i membri di una comunità indigena della foresta pluviale. Colpito dall'uso che gli indigeni fanno dei copertoni dismessi e riciclati per creare oggetti di uso quotidiano, al suo rientro in Italia Mulas ha realizzato La connessione vitale di un rampicante, una grande scultura di gomma di copertone riciclata. Versione contemporanea del serpente che avvolge Laocoonte, la scultura è composta da ritagli di gomma simili a squame. Installata a Siracusa all'Antico Mercato di Ortigia, a cura di Demetrio Paparoni, La connessione vitale di un rampicante ha dato una svolta anche alla produzione pittorica dell'artista, che ha sostituito in più casi la tela di lino che faceva da supporto ai suoi dipinti con una trama ottenute da squame di copertoni riciclati. Questa tecnica gioca un ruolo nella percezione del dipinto, che trova la sua cifra riconoscibile anche nel modo in cui l'artista fa convivere carboncini, pastelli, spry, smalti e pittura acrilica e a olio.  

Nelle opere in mostra a Milano, Mulas fa interagire la recente esperienza vissuta in Amazzonia con il mondo rurale dell'infanzia trascorsa in Sardegna. La sua figurazione, sovente di impronta surreale, include animali e oggetti, come lavandini o pentole, ineriti in ambienti domestici. In uno dei dipinti, Volò via oltre il tramonto delle nuvole con tutto il carico di latte, un asino porta un barile di latte dalle nuvole verso l'infinito, in Instellas le mani di un fattore sardo sbucano dalle nuvole per tagliare dei fichi d'India che crescono in cielo. Elemento ricorrente nella figurazione di Mulas sono i capelli intrecciati che nell'immaginario dell'artista richiamano le liane che dall'alto si protendono verso la terra. Nella tavolozza dell'artista predominano i gialli, i rossi e i blu, sempre accesi, che richiamano i colori di Matisse, dei Nabis o del Fauves.   

A Milano recentemente opere di Mulas sono state presentate nella mostra Cinque giovani artisti emergenti, nella Lounge di Intesa Sanpaolo, a miart, a cura di Luca Beatrice. Dipinti di Mulas sono inoltre attualmente esposti nella mostra Sensing Painting. Opere dalla Collezione d'arte della Fondazione CRC, a cura di Carolyn Christov-Bakargiev e Marcella Beccaria (fino al 28 gennaio 2024) al Castello di Rivoli.

 


 

Mimmo Scognamiglio Gallery is pleased to present S'avreschida de su sambene,sas istellas de su coro (The dawn of blood, the stars of the heart), the first solo exhibition in Milan by Giuseppe Mulas (Alghero, 1995). The exhibition presents a new cycle of works, including a large pictorial composition on tyre scales mounted on a concave steel panel. Entitled Manzànu (Morning), the work is displayed slightly detached from the wall. As a whole, the exhibition design tends to make the individual works and the gallery space perceived as an indivisible unit.

Mulas' work has autobiographical traits and is inspired by everyday life. In particular, the works in this exhibition stem from his recent experience earlier this year when he travelled for four months to the Amazon regions and shared his habits and experiences with members of an indigenous rainforest community for a month. Impressed by the indigenous people's use of discarded and recycled tyres to create everyday objects, upon his return to Italy, Mulas created The Vital Connection of a Creeper, a large sculpture made of recycled tyre rubber. A contemporary version of the snake enveloping Laocoon, the sculpture is composed of scale-like rubber cuttings. Installed in Syracuse at the Antico Mercatodi Ortigia, curated by Demetrio Paparoni, The Vital Connection of a Creeper also gave a twist to the artist's pictorial production, which in several cases replaced the canvas used as a support for his paintings with a weave made from recycled tyre scales. This technique plays a role in the perception of the painting, which is also recognisable in the way the artist combines charcoal, pastels, spray, enamel and acrylic and oil paint.

In the works on show in Milan, Mulas makes the recent experience he had in Amazonia interact with the rural world of his childhood spent in Sardinia. His figuration, often surreal, includes animals and objects, such as sinks or pots, inherent in domestic settings. In one of the paintings, Flew away beyond the sunset of the clouds with the whole load of milk, a donkey carries a barrel of milk from the clouds towards infinity; in Instellas, the hands of a Sardinian farmer emerge from the clouds to cut prickly pears growing in the sky. A recurring element in Mulas's figuration are the braided hair, which in the artist's imagination recalls the lianas that reach from above towards the earth. Yellows, reds and blues predominate in the artist's palette, always bright, recalling the colours of Matisse, the Nabis or the Fauves.

In Milan, works by Mulas were recently presented in the exhibition Five Young Emerging Artists, in the Intesa Sanpaolo Lounge at miart, curated by Luca Beatrice. Paintings by Mulas are also currently on display in the exhibition Sensing Painting. Works from the Fondazione CRC Art Collection, curated by Carolyn Christov-Bakargiev and Marcella Beccaria (until 28 January2024) at the Castello di Rivoli.