Checkmate: Sara Berman, Rusudan Khizanishvili, Pietro Moretti, Yuxiang Wang, Alexandra Zarins

Text by Giuliana Benassi
 
La galleria Mimmo Scognamiglio è lieta di presentare Checkmate (Scacco Matto), mostra collettiva che vede interagire per la prima volta negli stessi spazi espositivi una selezione di opere più recenti delle artiste e degli artisti Sara Berman, Rusudan Khizanishvili, Pietro Moretti, Yuxiang Wang e Alexandra Zarins.
Il titolo della mostra evoca senza equivoci il gioco degli scacchi che nella storia delle immagini viene spesso confinato a concetti di logica e strategia matematica, ma che in questo caso viene utilizzato per evocare una svolta definitiva, "la morte del re" (scacco matto deriva dal persiano "Shāh Māt" (شاه مات), che letteralmente significa "il re è morto"): la fragilità del potere al cospetto delle pulsioni interiori. Scacco matto è la mossa prima di un cambiamento definitivo, è la magia inaspettata che anticipa una trasformazione, è tutto ciò che viene dopo la razionalità, la logica, la matematica. E' uno spartiacque tra un prima ed un dopo. Nella mostra le opere sono in dialogo, si guardano, indifferenti, come i fanti e i re, ma sono tutte pronte a instaurare una rivoluzione d'intenti. Ciascuna viene da molto lontano, si fa carico del proprio bagaglio culturale, dissolvendosi senza confini come avviene dopo lo scioglimento di un potere. Le opere si fanno testimoni della trasformazione del corpo tinta di magia, di un salto onirico oltre la struttura razionale di una evoluzione conoscibile. 
Qui la solitudine prima di una mossa premeditata, lascia spazio all'imprevedibilità dell'osservatore-sognatore nello scorgere rifrazioni personali.
Lo scacco matto è la malattia che trasuda dalle opere di Pietro Moretti, l'esorcizzazione di uno stato di cambiamento.  La melancolia delle figure di Sara Berman lascia intravedere la meditazione solitaria, prima di un gesto definitivo. I dipinti di Rusudan Khizanishvili invece portano in scena una componente più archetipa e incarnano le libertà inaspettate dopo la fine di una costrizione. Le opere di Alexandra Zarins portano la nudità verso un limite viscerale, incarnano la disinvoltura del disvelamento delle imposizioni. Tramite i loro dipinti, le immagini primordiali contenute nell'inconscio collettivo risalgono sulla superficie, riunendo le esperienze della specie umana e della vita animale attraverso gli elementi simbolici delle favole, delle leggende e dei sogni. Nel percorso espositivo si intromettono poi i lavori di Yuxiang Wang, ulteriore "scacco matto" alla mostra. Queste giocano con i materiali, lasciando emergere la forza propulsiva di un'azione estremamente libera: come quella delle leggi della fisica che agiscono al di là di ogni controllo.
Il complesso sistema di relazioni che viene innescato in questa mostra vuole suscitare nell'osservatore una domanda che rimane aperta ma che ci vuole far fare esperienza dell'intricata rete di forze che giocano all'interno dell'universo, oltrepassati i limiti strutturali delle società. Una miscela che pare costruire un mondo alchemico al di sopra della narrazione coerente con il mondo reale.
 

 
Gallery Mimmo Scognamiglio is pleased to present Checkmate (Scacco Matto), a group exhibition that sees a selection of recent works by artists Sara Berman, Rusudan Khizanishvili, Pietro Moretti, Yuxiang Wang and Alexandra Zarins interacting for the first time in the same exhibition space.
The title of the exhibition unequivocally evokes the game of chess, which in the history of images is often confined to concepts of logic and mathematical strategy, but which in this case is used to evoke a definitive turning point, 'the death of the king' (checkmate derives from the Persian 'Shāh Māt' (شاه مات), which literally means 'the king is dead'): the fragility of power in the face of inner drives. Checkmate is the move before a definitive change, it is the unexpected magic that anticipates a transformation, it is everything that comes after rationality, logic, mathematics. It is a watershed between a before and an after. In the exhibition the works are in dialogue, they look at each other, indifferent, like knaves and kings, but they are all ready to establish a revolution of intent. Each one comes from far away, taking on its own cultural baggage, dissolving without boundaries as happens after the dissolution of a power. The works witness the transformation of the body tinged with magic, a dreamlike leap beyond the rational structure of a knowable evolution. 
Here, loneliness, before a premeditated move, leaves space for the unpredictability of the observer-dreamer in glimpsing personal refractions.
Checkmate is the disease that oozes from Pietro Moretti's works, the exorcisation of a state of change. The melancholy of Sara Berman's figures hints at solitary meditation before a definitive gesture. Rusudan Khizanishvili's paintings, on the other hand, bring in a more archetypal component and embody the unexpected freedoms after the end of a constraint. The works of Alexandra Zarins take nudity to a visceral limit, embodying the nonchalance of the unravelling of impositions. Through their paintings, the primordial images contained in the collective unconscious rise to the surface, bringing together the experiences of the human species and animal life through the symbolic elements of fairy tales, legends and dreams. The works of Yuxiang Wang, a further 'checkmate' of the exhibition, then intrude into the exhibition. These play with materials, allowing the propulsive force of an extremely free action to emerge: like that of the laws of physics that act beyond all control.
The complex system of relationships that is triggered in this exhibition wants to provoke in the observer a question that remains open, but which wants us to experience the intricate network of forces at play within the universe, beyond the structural limits of societies. A mixture that seems to construct an alchemical world above the narrative consistent with the real world.