White paintings: Joerg Lozek

White Paintings inaugura un nuova fase stilistica per l'artista tedesco Joerg Lozek, alla sua seconda mostra personale in Italia dopo Der Dinge Lauf , anch'essa ospitata negli spazi della galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea.
Lozek continua la sua ricerca artistica e personale sul tempo e il suo divenire. Se le sue opere precedenti raccontano un istante preciso nell'inesorabile fluire del tempo, catturando il momento in cui un ragazzo in bilico su una sedia sta per cadere a terra in una stanza dalle pareti consumate, la nuova serie qui presentata restituisce un'atmosfera sospesa e immutabile.
I toni caldi degli ambienti, che per quanto deteriorati e decadenti accolgono i protagonisti in una dimensione a loro familiare e confortevole, si perdono definitivamente. Si dispiegano invece ampi spazi bianchi, monumentali e asettici, che producono un effetto straniante per la loro totale atemporalità coniugata con elementi caratterizzanti dei nostri spazi quotidiani.
Lo stile graffiante e il tratto grafico dell'artista si prestano qui a una resa del tutto inedita: i pavimenti in legno scintillano al riflesso della luce bianca e le stanze sembrano scavate all'interno di una roccia vulcanica.
Ma il cambiamento più radicale riguarda la condizione dei suoi personaggi: essi sembrano più osservatori che veri protagonisti.
Le stanze claustrofobiche, eppure accoglienti, dei precedenti lavori si trasformano in ambienti dalle altissime pareti, misteriosi non-luoghi che sembrano esistere solo nella nostra immaginazione. Eppure ci offrono una possibilità del tutto nuova, ed è una ripida scala che porta verso una piccola fenditura nella roccia, e l'uomo che Lozek ci racconta sembra eternamente sospeso nel dubbio, incerto se dirigersi verso l'ignoto o rimanere uno sbiadito spettatore.
 

 
White Paintings inaugurates a new stylistic period of the German artist Joerg Lozek, at his second solo exhibition in Italy after Der Dinge Lauf, which took place in the spaces of Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea gallery as well.
Lozek carries on his own artistic and personal research on time and its changing features. If his previous works described a clear instant in the never-ending flow of time, capturing the moment when a guy balancing on a chair is going to fall in a room with corrupted walls, the new series presented here evokes a suspended and immutable atmosphere.
The warm tones of the environments, which, although decayed and crumbling, embrace the protagonists in a familiar and comfortable dimension, here, are completely lost. Conversely, broad white spaces open up: majestic and aseptic, they produce an estranging effect because of their absolute absence of temporality mixed with elements typical of our daily rooms.
The sharp and graphic style of the artist here its displayed in an original way: the wooden floors shine reflecting the white light and the rooms seem carved into a volcanic rock.
But the most radical change regards the condition of his characters: they appear to be more like observer than real protagonists.
The claustrophobic - yet hospitable - rooms of the previous works become environments characterized by towering walls; they are mysterious non-place which seem to exist only in our imagination. But they offer us a completely new possibility: it is a steep stair which lead to a small hole in the rock, and the man who Lozek is telling us about appears to be eternally suspended, wondering if going toward the unknown or lingering as a faded spectator.