Happy Accidents: Daniel Gonzalez

Exhibition project by Mariano Pichler 
 
Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea è lieta di presentare Happy Accidents, la nuova mostra personale dell'artista argentino Daniel González. Il lavoro dell'artista multidisciplinare si concentra sul rapporto tra realtà digitale e realtà naturale, il cui intento è quello di operare un cambiamento di percezione e uno spostamento dei limiti personali. Le opere in mostra, scelte per ottenere un effetto celebrativo di "ritorno alla vita", chiedono allo spettatore di mettere in discussione la realtà per come è conosciuta, per arrivare a vedere ciò che sta tra le righe.
I quadri esposti nascono come collage, per i quali viene effettuata una selezione di immagini provenienti da social media, GIF, effetti speciali cinematografici e videogiochi, mixate con fermo-immagini personali ereditati dall'esperienza di vita e dalla realtà naturale dell'artista. In questo modo, una banale macchia sul pavimento, trasferita su una tela diventa una scenografia sulla quale dipingere elementi tra i più disparati: pattern optical, lampade di design, disegni infantili, emoji, maschere e antichi oggetti rituali, frames di un film, tattoo, Las Bardas (tipici dipinti murali messicani che promuovono gruppi musicali), fotografie scattate con l'iPhone. 
Le immagini si comportano come una macchina di Rube Goldberg, marchingegni composti da tessere di domino che, una volta azionati, provocano la reazione di ulteriori componenti, in azioni reali e concrete che impiegano una quantità di risorse sproporzionata rispetto al risultato da perseguire. Anche le diverse tecniche utilizzate nei dipinti, così come i soggetti, sono legati al proprio medium di appartenenza, siano essi naturali o digitali. Ad esempio, l'atto del cancellare una tela diventa espressione di intenzionalità ed imposizione dell'azione, che si sovrappone in questo modo all'azione primaria. Si viene creando quindi una tensione visiva che richiede allo spettatore la complicità necessaria per permettergli di arrivare a decifrare l'immagine. 
Le opere di Happy Accidents sono un invito a spingersi verso l'ignoto, a compiere nuove esperienze che possano allargare il proprio campo percettivo. Come a voler mutare tutto in qualcosa d'altro, e compiere un salto verso luoghi fantastici dove avviene l'impossibile. Qui gli errori vengono accettati a favore della leggerezza, e in una dimensione spazio-temporale assolutamente personale, passato e futuro viaggiano come due treni sullo stesso binario in un tempo dilatato.
 

  
Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea is glad to present Happy Accidents, a new solo show by Argentinian artist Daniel González. The work of the multidisciplinary artist gravitates around the relationship between digital and natural reality, with the aim of changing point of view and shifting personal limits. The selected works, which aim to celebrate a symbolic rebirth, demand the viewers to question reality as they know it, to see what's beneath.
The works on display are conceived as collages, with images selected from social media, GIF, cinema special effects and videogames, mixed with personal stills derived directly from the artist's experience and natural reality. In this way, a trivial stain on the floor, if transferred on a canvas becomes a set onto which it's possible to paint different elements: optical patterns, designer lamps, childish sketches, emojis, ancient masks and ritual objects, movie frames, tattoos, Las Bardas (typical Mexican murals promoting local bands), pictures shot on iPhone…
These images behave like a Rube Goldberg machine, consisting of a series of simple unrelated devices that, once started, trigger other components' reaction, intentionally designed to perform simple tasks in an indirect and overly complicated way. Seemingly, the different techniques and subjects of the paintings, are related to their own medium, being it natural or digital. For example, the act of erasing a canvas turns into an expression of intentionality and imposition of the action, which overlaps the primary action. By doing this, it generates a visual tension that demands the viewers' complicity, which is mandatory to let them solve the picture.
The works in Happy Accidents are therefore an invitation to enter the unknown, pushing us towards new experiences that allow to extend one's own perceptual field. They act like a driving force that turns everything into something else, that let us jump into fantastic places where the impossible becomes possible. Where flaws are completely accepted in favor of lightness, in a fully personal space/time dimension, and past and future run like trains on the same railway in a dilated time.