Roma Arte in Nuvola 2025
Overview
In occasione di Roma Arte in Nuvola 2025 la galleria Mimmo Scognamiglio Artecontemporanea è lieta di presentare le opere presenti nella terza mostra personale della artista Tafadzwa Tega, intitolata Mabahambe.
Mabahambe, parola potente che in lingua Zulu viene usata per esprimere rifiuto, rabbia o richiesta di cambiamento in contesti politici, è il titolo di questo progetto espositivo e approfondisce l'esperienza dell'essere straniero e le sfide affrontate da chi vive nella diaspora per necessità.
La mostra esamina i temi della migrazione, dell'appartenenza, dell'identità e dell'integrazione sociale e culturale, attingendo dalle esperienze personali di Tega e dei suoi cari.
I dipinti di Tega nascono infatti dal legame profondo con il suo passato e la sua terra d'origine: le tele raffigurano amici e parenti ritratti in momenti di condivisione e di comunità come ad esempio la preparazione di ottimo cibo per una persona che ha avuto una perdita o un momento difficile nella vita, gesto tipicamente radicato nella cultura dello Zimbabwe. Inoltre da tempo l'artista raccoglie le testimonianze delle persone e personalità che frequentano il suo studio e che condividono con lui la propria storia di migrazione, con le esperienze del nuovo paese che li accoglie e la cultura di quello d'origine. La pittura di Tafadzwa Tega ha la capacità di ricongiungere presente e passato, come le tante storie e le tante persone che si ricongiungono nelle sue tele per raccontare la transizione di una comunità intera.
La tappezzeria fiorita che caratterizza i fondali di ogni dipinto, come ormai da tradizione per l'artista, rappresenta il periodo di colonizzazione inglese che ha fatto si che molte tradizioni cambiassero nelle case degli africani. La stessa tradizione inglese è qualcosa che viene da lontano e rappresenta la contaminazione culturale insita nell'umanità. Inoltre gli oggetti che animano la scena, insieme ad amici e parenti, parlano chiaramente dei momenti più difficili trascorsi dall'artista e la sua famiglia durante lo spostamento da un paese all'altro. Compaiono infatti oggetti che riconosciamo come sacchi utilizzati durante un trasloco, ai quali si contrappone la riproduzione della celebre Brillo Box che invece ci parla delle aspettative riversate nella fatica dello spostamento come l'ambizione di intraprendere la carriera d'artista.
L'artista con il suo progetto vorrebbe veicolare il messaggio e la necessità dei migranti di essere trattati come esseri umani piuttosto che suscitare compassione; crede che, sebbene l'integrazione possa essere un concetto sfuggente, l'umanità e la cultura condivisa debbano essere un privilegio.

